Dialogo interreligioso Significato e valore

Dialogo interreligioso Significato e valore
Autore/i: Angelo Amato
Curatore/i:
Editore: LEV Libreria Editrice Vaticana
Codice (SKU): 9788820986278

Questo breve libro del Cardinale Angelo Amato aiuta molto a chiarire il senso, lo scopo e il metodo del dialogo interreligioso su cui esiste una certa confusione di idee nei fedeli. Il tema centrale, quando si parla di questi argomenti, è il rapporto tra il dialogo e l’annuncio. Quando il cristiano dialoga con fedeli di altre religioni, deve mettere da parte il dovere di annunciare Cristo come unico salvatore o no? Ma vediamo cosa dice il Cardinale Amato.

Egli distingue innanzitutto il dialogo della carità dal dialogo della verità. Il primo riguarda la giustizia e la pace, il secondo il discernimento oggettivo della realtà delle rispettive religioni. Naturalmente questo secondo tipo di dialogo è quello più importante.

Il punto di partenza è la pretesa cristiana di essere la vera religione. Anche le altre religioni hanno questa pretesa, con delle differenze importanti. Prima di tutto per il Cristianesimo tale verità deriva dal fatto che Dio stesso si è rivelato e soprattutto che si è rivelato in Gesù Cristo, non quindi mediante un profeta o un interprete ma mediante il Verbo stesso di Dio incarnato. Cristo è il “mistero rivelatore e il mistero rivelato” e questo dà al Cristianesimo un carattere assolutamente unico.

In secondo luogo che la sua verità è per tutti, non solo per degli esperti, in quanto non è solo una verità teorica ma anche pratica, per la vita concreta.

Come sono da considerarsi, allora, le altre religioni? Oggi c’è la tendenza a considerare le varie religioni come molteplici espressioni di uno stesso atteggiamento, tutte quindi parzialmente vere e, in fondo, tutte parzialmente false. Invece il Cristianesimo considera le altre religioni come aventi un carattere di Avvento che le rimanda a Cristo, il che implica l’obbligo di “mandare tutti i popoli a scuola da Gesù” (la frase è del card. Ratzinger).  La rivelazione di Cristo include tutti gli aspetti positivi delle altre religioni.

“Non corrisponderebbe alla realtà delle cose – afferma il Cardinale Amato – l’atteggiamento di quei cristiani che, per umiltà o per non offendere gli altri, ritengono il Cristianesimo una tra le tante religioni del mondo. Né d’altra parte sarebbe cristiana la disattenzione a quanto di buono e di valido esiste nelle altre religioni”. L’affermazione che il Cristianesimo è l’unica vera religione non giustifica il fanatismo e l’intolleranza religiosa.

Il Cristianesimo è poi una religione intenzionalmente salvifica, quindi nel dialogo, il cristiano non solo non può occultare la propria identità di fede ma non può nemmeno separare il dialogo dall’annuncio perché in questo caso il dialogo sarebbe fine a se stesso. Proporre agli altri il Cristianesimo non significa fare violenza all’altrui libertà di coscienza perché il rispetto di tale libertà di coscienza non significa indifferenza alla verità e al bene e rappresenta un vero e proprio servizio al prossimo e condividere con gli altri i propri beni, dei quali il maggiore è la conoscenza del vero Dio e l’incontro con Gesù Cristo. Afferma Amato che il movente del dialogo interreligioso nella verità è far conoscere l’amore di Cristo per l’umanità intera. Il dialogo non può sostituire l’annuncio.

Stefano Fontana

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Questo breve libro del Cardinale Angelo Amato aiuta molto a chiarire il senso, lo scopo e il metodo del dialogo interreligioso su cui esiste una certa confusione di idee nei fedeli. Il tema centrale, quando si parla di questi argomenti, è il rapporto tra il dialogo e l’annuncio. Quando il cristiano dialoga con fedeli di altre religioni, deve mettere da parte il dovere di annunciare Cristo come unico salvatore o no? Ma vediamo cosa dice il Cardinale Amato.

Egli distingue innanzitutto il dialogo della carità dal dialogo della verità. Il primo riguarda la giustizia e la pace, il secondo il discernimento oggettivo della realtà delle rispettive religioni. Naturalmente questo secondo tipo di dialogo è quello più importante.

Il punto di partenza è la pretesa cristiana di essere la vera religione. Anche le altre religioni hanno questa pretesa, con delle differenze importanti. Prima di tutto per il Cristianesimo tale verità deriva dal fatto che Dio stesso si è rivelato e soprattutto che si è rivelato in Gesù Cristo, non quindi mediante un profeta o un interprete ma mediante il Verbo stesso di Dio incarnato. Cristo è il “mistero rivelatore e il mistero rivelato” e questo dà al Cristianesimo un carattere assolutamente unico.

In secondo luogo che la sua verità è per tutti, non solo per degli esperti, in quanto non è solo una verità teorica ma anche pratica, per la vita concreta.

Come sono da considerarsi, allora, le altre religioni? Oggi c’è la tendenza a considerare le varie religioni come molteplici espressioni di uno stesso atteggiamento, tutte quindi parzialmente vere e, in fondo, tutte parzialmente false. Invece il Cristianesimo considera le altre religioni come aventi un carattere di Avvento che le rimanda a Cristo, il che implica l’obbligo di “mandare tutti i popoli a scuola da Gesù” (la frase è del card. Ratzinger).  La rivelazione di Cristo include tutti gli aspetti positivi delle altre religioni.

“Non corrisponderebbe alla realtà delle cose – afferma il Cardinale Amato – l’atteggiamento di quei cristiani che, per umiltà o per non offendere gli altri, ritengono il Cristianesimo una tra le tante religioni del mondo. Né d’altra parte sarebbe cristiana la disattenzione a quanto di buono e di valido esiste nelle altre religioni”. L’affermazione che il Cristianesimo è l’unica vera religione non giustifica il fanatismo e l’intolleranza religiosa.

Il Cristianesimo è poi una religione intenzionalmente salvifica, quindi nel dialogo, il cristiano non solo non può occultare la propria identità di fede ma non può nemmeno separare il dialogo dall’annuncio perché in questo caso il dialogo sarebbe fine a se stesso. Proporre agli altri il Cristianesimo non significa fare violenza all’altrui libertà di coscienza perché il rispetto di tale libertà di coscienza non significa indifferenza alla verità e al bene e rappresenta un vero e proprio servizio al prossimo e condividere con gli altri i propri beni, dei quali il maggiore è la conoscenza del vero Dio e l’incontro con Gesù Cristo. Afferma Amato che il movente del dialogo interreligioso nella verità è far conoscere l’amore di Cristo per l’umanità intera. Il dialogo non può sostituire l’annuncio.

Stefano Fontana

Specifiche di prodotto
Categoria:Specifiche Prodotto:
ArgomentiDialogo Interreligioso
AutoreAmato Angelo
Lingua prodottoItaliano
N. Pagine55
Copertinarilegato
Anno di pubblicazione2011
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Pessimo
Eccellente
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